giovedì 31 maggio 2007

Quale famiglia?

Abbiamo assistito in questi mesi ad una campagna tesa a farci credere che la famiglia ormai non esisteva più, come se i Dico fossero l’esigenza più sentita dalla gente.Il 12 maggio, a Roma, Piazza San Giovanni ha dimostrato il contrario: la famiglia esiste ancora, più di un milione di persone lo ha testimoniato; c’è un popolo vivo che chiede al governo di essere considerato e sostenuto.L’operazione mediatica è stata quella di nascondere l’evento con lo stratagemma delle due piazze: da una parte gli uomini del coraggio laico, “liberi” da ogni vincolo e aperti a tutto, dall’altra i “tradizionalisti”, che si rinchiuderebbero in legami in nome di una regola. Questa operazione è fallita, i fatti hanno parlato chiaro: in piazza c’erano cattolici, laici, poveri, ricchi, famiglie piccole e grandi; c’erano uomini normali a dimostrare che la famiglia è una realtà per tutti e desiderabile da tutti. Nonostante tutti i tentativi per farci pensare il contrario, siamo fatti per una compagnia stabile e feconda, che vale la fatica ed il sacrificio che pure richiede.

http://www.clonline.org/articoli/ita/rssgnClu1_210507.htm

mercoledì 9 maggio 2007

Il Vescovo a scuola, apriti cielo!

Alcuni granconsiglieri
guidati da Giorgio Canonica protestano perché il Vescovo dei ticinesi si permette, durante la visita pastorale, di passare a salutare i bambini delle scuole comunali. Non sia mai: questa è «una iniziativa propagandistica».
Guarda un po’, Dick Marty, proprio lunedì 7 maggio, era al liceo di Lugano per un incontro con gli
studenti! Lui può...perchè è ..neutrale…
Ma che paura hanno questi sacerdoti della laicità? Che i bambini delle elementari (o delle medie) possano famigliarizzarsi con la figura del Vescovo, chiedergli se è difficile il suo
mestiere e perché lo fa?
La laicità non è un’ostilità sospettosa verso ogni espressione religiosa e in particolare verso la religione che ha forgiato la propria cultura e la propria storia; ma la difesa strenua della libertà di coscienza, e quindi anche la difesa di una vera libertà religiosa, che impone allo Stato di garantire lo spazio di espressione ad ogni proposta religiosa, a cominciare da quella tradizionale del proprio popolo, che va dunque guardata con simpatia, anziché coprire con la retorica della “laicità” una smaccata ideologia laicista, cioè pregiudizialmente antireligiosa.

Vedi GdP di martedì 08.05

giovedì 3 maggio 2007

Minareti in Svizzera?

Sosterrò l’iniziativa UDC tesa a vietare la costruzione di minareti in Svizzera. Mi si dica prima quando i cristiani potranno costruire con libertà i loro campanili o più semplicemente le loro chiese nei paesi mussulmani.
Accogliamo prima i mussulmani con piacere, senza “tollerarli”, ma confrontandoci a partire dalle nostre tradizioni. Da questo rapporto potrà forse nascere un’opera persuasiva che i mussulmani faranno in terra loro in favore di una libertà di espressione. Cominciamo assieme.

Intollerabile tolleranza

Non c’è termine più passivo, amorfo e deprimente di tolleranza. Preferisco essere odiato che tollerato. Almeno mi posso domandare perché. Avere qualcosa da dire, da portare è nemico della tolleranza. Allora è molto meglio “accoglienza”. Implica un io che accoglie ed un tu che è accolto. Tutti e due con tutto se stessi, anche se diversi. Magari sarà necessaria una verifica maggiore, una compromissione maggiore di me, ma tutto per una maggior consapevolezza. La mia vita mi ha insegnato che nell’accoglienza mi rinnovo sempre.